A Gavello anche il vino nasce nel segno del biologico

GAVELLO. Quattro ettari coltivati, in cui l’imperativo è una parola sola: biologico. Niente antiparassitari, solo insetti che impollinano le piante e ampi filari di vite. Il vino bio che si candida ad essere uno dei prossimi prodotti di eccellenza del territorio nasce qui. In località Fruttarola, dove il territorio di Gavello di Bondeno lascia il passo, dopo qualche chilometro, al territorio di Finale Emilia, con il canale Dogaro a marchiare il confine.

Carlo Bertelli ha deciso di impiantare qui la sua azienda agricola, assieme alla moglie Nadina, ed ai collaboratori Luana e Simone. Una squadra affiatata, che ha deciso di coltivare uva, in un fazzoletto di terreno racchiuso tra le colture del grano (pure quello biologico) e le arnie delle api, per il miele.

VITE E STORIA

“La nostra azienda agricola si chiama Barchessa,” dice il titolare, “e sorge dove un tempo vi erano i possedimenti della contessa di Canossa. Abbiamo avuto l’idea di creare un vigneto ‘biologico’, dopo aver analizzato le caratteristiche del terreno. La nostra vite ha tre anni, ma questo sarà il primo anno in cui potremo raccogliere l’uva, con la quale creare il nostro vino certificato bio. Si tratta di un Sorbara rosé, anche se in prospettiva pensiamo di realizzare un Lambrusco vero e proprio”.

A settembre, aggiunge il sindaco Fabio Bergamini, verrà organizzata “la prima vendemmia dell’azienda agricola, realizzata interamente a mano. Un evento che sicuramente potrebbe richiamare l’attenzione di chi è appassionato di tradizioni locali. Le stesse che noi vorremmo sostenere per i nostri progetti di riscoperta della cultura rurale e sulla qualità dei prodotti enogastronomici del nostro territorio”.

Il vigneto è immerso nel cuore di una tenuta contraddistinta da laghetti, una volta utilizzati come maceri per la canapa. Al centro, un fabbricato (la “Barchessa”) restaurato dopo il terremoto e contraddistinto anche da pietre di epoca romana. “La casa sorge a livello della strada ed era sopraelevata rispetto al resto della zona anche in epoca romana”.

Un’area di storia e natura, probabilmente idonea a diventare, in futuro, luogo di frequentazione turistica, in cui degustare il vino biologico e i prodotti dell’agricoltura locale.