Tempo di vendemmia. Una festa tra i filari

Hanno cominciato la mattina presto, in mezzo ai filari, con le cassette e i sorrisi. Perché la vendemmia è sempre una festa e lo è ancora di più dopo questi lunghi mesi di siccità, dopo il maltempo che si è abbattuto sulla nostra provincia, tra i timori delle bollette che continuano a lievitare. Erano tra i filari, quando ancora la rugiada bagnava i grappoli, Carlo Bertelli e sua moglie Nadina Sganzerla, con i dipendenti che da sempre lavorano con loro. A raccogliere, quasi accarezzandoli per paura di rovinarli, quegli acini che diventeranno vino DOC, senza solfiti, secondo natura.

Il mondo di Carlo Bertelli, socio della Coldiretti e consigliere del consorzio di bonifica Burana, si trova in una località chiamata ‘Fruttarola’ a Gavello, dove il comune di Bondeno sfiora il territorio di Finale Emilia (Modena). A separare due province c’è un corso d’acqua, il canale Dogaro. Qui, per passione, ha creato un bel colore rosso rubino: il Lambrusco. L’uva è già finita nei tini ed è cominciato quel lento processo che porterà le sue bottiglie sulle tavole, tra piatti, sapori e brindisi.

L’azienda agricola, che porta l’altezzoso nome di ‘Barchessa’, si staglia nelle campagne di Bondeno e sorge dove un tempo c’erano i possedimenti della contessa di Canossa. “La quantità è inferiore, anche perché il maltempo ha colpito proprio questa zona e i nostri appezzamenti”, spiega Bertelli mentre taglia i grappoli e li depone nelle cassette. Ma ha comunque una certezza: “Il vino sarà buono”.

Anche qui è arrivato, stampato nei fogli di carta, l’incubo del caro bollette che incide soprattutto sui costi dei frigoriferi. “Per proteggere l’uva, usiamo il freddo e rispetto all’anno scorso abbiamo registrato un bel aumento. Anche il gasolio è salito alle stelle, come tutto il resto. Non è un bel periodo per la nostra Italia”.

Qui hanno cominciato a mettere in bottiglia la natura quando ancora non si parlava di sostenibilità. Niente solfiti, solo passione che rende più dolci i calici e tiene lontano il mal di testa che il vino “taroccato” porta con sé al primo bicchiere. Dal’uva che raccoglie nei suoi vigneti, oggi, se il tempo regge, sarà già l’ultimo giorno. È arrivato presto il tempo per fare festa: il Lambrusco di Sorbara, che brilla nel vetro del bicchiere, un po’ come gli occhi della sua Nadina.

Fonte: https://www.aziendalabarchessa.it/wp-content/uploads/2023/05/Carlino_11.09.2022.pdf